La crisi infinita che ha minato alle fondamenta il settore immobiliare ha colpito case, uffici, negozi. Ma soprattutto i capannoni. Basta un raffronto, fatto da Antongiulio Lascari, agente immobiliare specializzato nelle compravendite di uffici, negozi e, appunto capannoni, a mostrare, in tutta la sua drammaticità la situazione: nel 2005 e nel 2006, ovvero negli anni immediatamente precedenti l’inizio della crisi, a Bergamo mediamente un’agenzia immobiliare che si occupasse principalmente di questo settore poteva arrivata a vendere una decina di capannoni l’anno. Nel 2013 quella media è scesa fino a toccare quota un capannone, o addirittura zero, visto che sono diverse le società che in 12 mesi non sono riuscite a condurre in porto nessuna compravendita. “Una situazione pesantissima”, spiega Antongiulio Lascari, “aggravata dal fatto che anche coloro che hanno attività che vanno bene, che producono fatturato e utile e che in altri tempi non ci avrebbero pensato un solo istante a sottoscrivere l’acquisto, oggi stanno fermi. Stanno alla finestra, cercando di capire cosa potrebbe succedere, completamente sfiduciati da una politica allo sbando che sembra capace solo di massacrare gli imprenditori a colpi di tasse, e nel frattempo affittano. Magari con un’opzione di acquisto entro il terzo anno. Non si tratta di un affitto a riscatto, ma di un normale contratto di affittito per sei anni con la possibilità di far valere, entro il terzo anno, il diritto ad acquistare a un prezzo che è già stato determinato al momento della stesura del contratto d’affitto”. Una situazione difficilissima, anche perché molti imprenditori, industriali o artigiani che siano, spesso ritrovano a dover far fronte alla crisi e a un fisco asfissiante dopo che, negli ultimi anni, sono stati costretti a finanziare l’attività per tenerla in piedi, per salvaguardare i propri dipendenti, aspettando la ripresa che non è arrivata. Il risultato è una lunghissima scia di capannoni vuoti e che probabilmente sarà difficilissimo ricollocare sul mercato, considerate anche la vetustà e le cattive condizioni di manutenzione. “Manutenzione che risulta importantissima per portare avanti le poche trattative rimaste aperte”, conclude Antongiulio Lascari, “perchè se è vero che il mercato delle compravendite è praticamente paralizzato, è altrettanto vero che per far muovere quello degli affitti è indispensabile che i capannoni siano in buone condizioni e dotati degli impianti richiesti dall’attività che intende svolgere il conduttore. A che prezzi? I costi di locazione si aggirano fra i 40 e i 50 euro al metro quadrato per le soluzioni migliori, ma con la possibilità di scendere anche a 25 euro al metro quadrato per le proposte meno allettanti. Capannoni che, per “muoversi” commercialmente devono essere, fisicamente, nelle immediate vicinanze di infrastrutture, in particolare dell’asse autostradale Brescia, Bergamo, Milano. Le zone più interessanti sono quelle di Orio al Serio e Grassobbio, vicinissime all’aeroporto, di Curno e Seriate. Per il resto è durissima. Perfino nelle zone adiacenti alla nuova Brebemi dove c’erano grandi aspettative che, fino a questo monento sono andate deluse”.
Testo realizzato da Baskerville srl per www.casavuoisapere.it